Mindfulness è una parola che deriva da un concetto antico che si trova in molte tradizioni orientali come il Buddismo. Negli ultimi anni, in Occidente tale pratica è stata studiata e validata scientificamente in ambito psicologico, ospedaliero e aziendale per favorire un aumento delle capacità di attenzione, concentrazione, consapevolezza e della connessione con il momento presente.
La mindfulness è stata definita da Jon Kabat-Zinn, uno dei più noti studiosi e ricercatori in tale ambito, come "la consapevolezza che emerge dal porre attenzione in modo peculiare: di proposito, nel momento presente e senza presunzione. Questo tipo di attenzione, produce maggior lucidità, chiarezza e accettazione della realtà in atto".
Lo scopo
Lo scopo della mindfulness, da un punto di vista ACT (approccio di psicoterapia cognitivo-comportamentale di terza generazione) è condurre le persone più intimamente in contatto con la ricchezza della loro vita, non di ridurre l'ansia o altre difficoltà e problematiche che le persone stanno affrontando (Wilson e Dufrene, 2012).
La pratica
La frenesia della vita della nostra società e la costante connessione alle nuove tecnologie ci fa viaggiare costantemente con il pilota automatico, perdendo il contatto con la realtà e, a volte, con noi stessi. Praticare la mindfulness significa prestare piena attenzione e consapevolezza. La consapevolezza ci aiuta ad essere nel qui ed ora, connessi con il nostro corpo e la nostra mente, e ci permette di accettare ciò che accade nella nostra vita quotidiana e, di conseguenza, migliora il nostro benessere.
《Il momento presente è il solo momento di cui disponiamo, è la porta di ogni momento》.
Thich Nhat Hanh